Il giardino Coloniale

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 Il giardino Coloniale

Il giardino coloniale rappresenta un giardino creato al fine di studiare la flora non indigena; nello specifico è un giardino sperimentale ed è in genere collocato all’interno dell’orto botanico delle Università. All’interno di un giardino coloniale è sempre ricorrente una biblioteca ed il cosiddetto Erbario che permette di studiare e catalogare le specie. La loro origine, quindi, è strettamente connessa con quella dell’orto botanico: gli storici sono concordi nel ritrovare i primi esempi nel giardino coloniale di Karnak. Il primo esempio italiano però è rappresentato dal giardino di Salerno. La prima vera e propria classificazione delle piante tipica di un giardino coloniale si ha con il giardino di Minerva. Tali complessi divengono ancora più importanti con il successivo sviluppo rinascimentale dei giardini all’italiana a cui segue un rinnovato interesse per la classificazione delle piante. È proprio in questo periodo che nasce l’orto Botanico di Roma grazie a cui gli studi universitari relativi alle piante faranno dei passi da gigante. I giardini coloniali, quindi, vanno intesi come:

  • Luoghi si studio.

  • Spazi di informazione scientifica.

  • Luoghi di ricerca e diffusione di informazioni.

Si tratta, quindi, di veri e propri giardini didattici, non a caso sono spesso meta delle visite scolastiche. All’estero un giardino coloniale famosissimo è quello collocato all’interno dell’orto botanico di Rio de Janiero che sotto il profilo estetico non trova davvero esempi similari nel resto del mondo, anche in termini di grandezza dello spazio verde. È possibile comunque contare su un elevato numero di giardini coloniali anche nel nostro paese.

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